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L'interrogativo e il profilo etico allargano l'esperienza teoretica e pratica in direzione di altri/e sullo sfondo dell'orizzonte più ampio che il più-che-vita mette in gioco. L'etica ha il suo terreno in questo gioco di rinvii tra sfera personale e sfera interpersonale, tra riflessione critica e costellazioni emotive in cui si configura il senso della vita umana. Un processo aperto che ha il suo punto di articolazione nel sentimento dell'autonomia e del rispetto per la vita in ogni sua forma e la sua linea di confine nella dignità. Come l'etica, la dignità non risponde a una virtù o ad un valore preciso rinviando sempre e comunque allo sfondo che mantiene la distanza tra affidamento e resistenza, senso comune e senso di sé. È la distanza che consente di mantenere aperto l'orizzonte come linea immaginaria di un altrimenti e di un altrove. Questo testo vuole essere un esercizio senza pretendere conclusioni o tentare meta discorsi nella convinzione che argomentare non richiede solo presentare e dare ragioni, ma risvegliare il senso comune, lasciar parlare la vita ordinaria sottraendosi al dispotismo della ragione.